20 anni di Pensieri Quotidiani tratti dall'Opera di Omraam Mikhaël Aïvanhov
Terra - considerarla solo come il luogo del nostro lavoro
Se tante persone si aggrappano disperatamente alla vita, è perché ignorano che essa non finisce con ciò che si è deciso di chiamare “morte”. Queste persone sono addirittura capaci di commettere tutti i crimini pur di sopravvivere, ma così facendo contraggono debiti karmici che dovranno pagare in una prossima incarnazione. Il discepolo di una Scuola iniziatica, invece, ha un'altra filosofia. A volte dice a se stesso: «Che fatica vivere sulla terra! Si è limitati, scherniti, violentati, tormentati, oppressi». Egli però sa anche di essere qui per fare un lavoro e riparare ai suoi errori del passato. Allora accetta pensando che quando avrà terminato questo lavoro, potrà vivere libero nello spazio e nella luce. Ecco la verità conosciuta dagli spiritualisti. Perciò, pur sapendo che la vera vita è altrove, essi sono convinti di dover fare qualcosa sulla terra. Finché non hanno sistemato tutto, finché non hanno terminato il lavoro che il Cielo ha assegnato loro, rimangono indifferenti a tutto il resto. Non si chiedono se preferiscano vivere o morire, vogliono solo portare a termine il proprio lavoro. Ma non appena questo è ultimato, con quale gioia se ne vanno, perché sanno che non vale la pena aggrapparsi alla terra.
Omraam Mikhaël Aïvanhov