Pensiero di giovedì 6 agosto 2009

Il lavoro di trasformazione spirituale non deve limitarsi …

06/08/2009

Il lavoro di trasformazione spirituale non deve limitarsi al piano dei pensieri e dei sentimenti, ma deve toccare anche il corpo fisico. Dell’Iniziato che vi è riuscito, si dice che si è trasfigurato. Gesù sul Monte Tabor ha vissuto una simile trasfigurazione: «Sei giorni dopo, dice il Vangelo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello, e li condusse in disparte su un'alta montagna. Egli si trasfigurò davanti a loro; il suo volto risplendeva come il sole e le sue vesti divennero bianche come la luce. Ed ecco, apparvero a loro Mosé ed Elia che s’intrattenevano con lui». Gesù rivelò così ai suoi discepoli come il corpo fisico possa anch’esso divenire luce tramite la potenza dello spirito, la potenza dell’amore. Era la più grande rivelazione che potesse fare a coloro che aveva eletto. In quel momento particolarmente solenne, la presenza di Mosé e di Elia era molto significativa, perché Mosé rappresentava la Legge che Gesù veniva a completare e a realizzare. In quanto ad Elia, era lui che aveva annunciato il Messia e che si era reincarnato nella persona di Giovanni Battista per prepararne la venuta.